Ho una società ed ho iscritto un debito a bilancio: l’ho riconosciuto e ho interrotto la prescrizione?

Societario e operazioni straordinarie​

Affrontiamo oggi un argomento che, all’interno di un contenzioso giudiziale relativo al recupero di un credito, assume frequentemente rilevanza e diventa, tra le parti, motivo di scontro e dissidio. La questione può in grande sintesi essere riassunta come segue: l’iscrizione a bilancio di un debito nei confronti di un soggetto terzo, da parte di una società, comporta di fatto un riconoscimento di quel debito e, conseguentemente, interrompe la prescrizione? Chiariamo anzitutto il perimetro entro il quale ci muoviamo condividendo un’importante premessa, ossia quella per cui il principio oggetto della nostra analisi vale per le sole società di capitali (con i limiti e le precisazioni che vedremo) ma non certamente per quelle di persone.

Ciò detto, partiamo dal dato normativo. L’articolo 2944 cc ci dice che la prescrizione è interrotta dal riconoscimento del diritto da parte del debitore. Ora, seguendo le direttive interpretative che dottrina e giurisprudenza da tempo hanno tracciato, possiamo aggiungere qualche ulteriore precisazione. Il riconoscimento di debito è anzitutto qualificato con un atto giuridico e, nello specifico, come un atto che non necessita di alcuna particolare formalità, che deve avvenire tramite un atto non direttamente recettizio (tradotto: non deve essere per forza destinato al creditore, ma al contrario può essere rivolto ad un soggetto esterno al rapporto di credito o anche ad una generalità indistinta di soggetti) e che, necessariamente, deve essere riferibile al debitore (in caso di società, all’organo sociale che è investito del potere di disporre del diritto, ossia all’organo amministrativo). Qualora ciò avvenga e, così, qualora vi sia un riconoscimento del debito nei termini appena descritti, come accennato la prescrizione ne risulta interrotta e il relativo termine ricomincerà a decorrere.

Dato questo breve inquadramento, affrontiamo il punto nevralgico della questione e cerchiamo di capire se l’appostazione a bilancio sociale di un certo debito valga quale suo riconoscimento. Si è portati anzitutto a ritenere che l’iscrizione a bilancio presupponga una preventiva valutazione degli amministratori, relativa sia alla sussistenza in sé del debito sia alla sua corretta quantificazione. Tale valutazione, ritenuta necessaria nell’ottica di un loro diligente espletamento dell’incarico, ha una conseguenza pratica di tipo contabile. Ed infatti, qualora il debito venga valutato come infondato o quantomeno incerto, lo stesso potrà trovare una sua appostazione tra i fondi rischi ed oneri (macroclasse B dello stato patrimoniale). Diversamente, dunque in caso di positivo vaglio, il debito sociale andrà iscritto nella macroclasse D, voce dalla quale dovrà essere espunto (e traslato a riserva) qualora nel corso del tempo perdesse quelle caratteristiche di fondatezza e quantificazione di cui si è detto, oppure qualora il creditore non si sia più attivato per il recupero.

In sintesi, dunque, l’appostazione a bilancio di un certo debito nella macroclasse D (Debiti) del passivo patrimoniale implica che la società abbia precedentemente operato una puntuale valutazione di tale debito e che l’abbia ritenuto fondato e di importo quantificabile. Questo, secondo la giurisprudenza (citiamo tra le molte la pronuncia n. 8248 del 2000 della Corte di Cassazione), sostanzia quei requisiti di consapevolezza e della esternazione o recettizietà (pur non necessariamente diretta) di cui si è già detto. E ciò, dunque, è sufficiente perché possa configurarsi un riconoscimento di debito ed un conseguente effetto interruttivo della prescrizione? La risposta è no.

Ulteriore caratteristica essenziale è quella per cui l’appostazione a bilancio deve essere dettagliata, ossia accompagnata ad un riferimento sufficientemente preciso non solo relativo all’importo (come si è detto), ma anche del soggetto creditore cui tale debito si riferisce. Per intenderci, il fatto che un debito sia iscritto nel macro-insieme dei debiti sociali non è condizione sufficiente se nel medesimo bilancio sociale (ad esempio in nota integrativa) non vi sia menzione dettagliata circa l’importo e il creditore.

In conclusione, l’iscrizione di un debito nel bilancio di una società di capitali può configurare riconoscimento di debito e portare, dunque, all’interruzione della relativa prescrizione. Affinché ciò avvenga, la posta debitoria dovrà trovare corretto inquadramento contabile nella macroclasse D dello stato patrimoniale ed essere accompagnata ad elementi precisi che permettano di riferirlo ad uno specifico rapporto di credito, sia nell’importo che quanto ai soggetti coinvolti.